Balli della morte (o del morto)
I balli di morte e resurrezione in Italia
Anche nelle tradizioni coreutiche di varie regioni italiane troviamo alcuni “balli del morto o della morte” o detti in vario modo a seconda degli usi e delle specifiche modalità di esecuzione e partecipazione.
La maggior parte di essi sono collocati ritualmente nel periodo carnevalesco, contesto calendariale il più idoneo a collocare questa tipologia di danze, perché si rappresenta con i corpi la morte e la resurrezione.
Infatti le danze che rappresentano il morire allegano sempre nella conclusione della rappresentazione un tornare alla vita, come rito insieme scaramantico e propiziatorio. Si tratta di danza che sono affidate ad esecutori specifici che officiano il rito o talvolta prevedono una partecipazione libera, e dunque diventa rito scaramantico e purificatorio collettivo.
Tutti i balli della morte osservati in Italia hanno come elementi caratteristici:
- l’introduzione al malessere, con cambio di musica e gestualità
- il morire
- la pantomima spesso ironica e grottesca
- la resurrezione alla vita
- la soluzione positiva del dramma
Ecco quindi un tassello ulteriore per illustrare il ricchissimo mondo della danza etnica italiana, un patrimonio importantissimo che va conosciuto e protetto. E soprattutto non banalizzato, perché pregno di un dovizioso linguaggio simbolico con conseguente ricco bagaglio semantico.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
G. M. Gala (2000), Il ballo oltre la morte. Balli di morte e di resurrezione nel folklore italiano, a cura di Barillari Sonia Maria in L’Aldilà. Maschere, segni, itinerari visibili e invisibili , Alessandria, Edizioni dell’Orso, pp. 355-380.