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I balli gioco in Italia

Testo a cura di G. M. Gala - © 2010 - [Vietata la riproduzione]

NOTIZIE STORICHE ED ETNOGRAFICHE

« Ogni danza risponde sempre a più funzioni, a seconda dei contesti e degli esecutori. La maggior parte dei balli di uso sociale tendono a far divertire, per questo la danza popolare si porta spesso nell'immaginario collettivo una dimensione ludica. Ballando si prova piacere e ci si diverte insieme agli altri. Ma vi sono dei balli che accrescono oltre al divertimento, il profilo di gioco, sottoponendosi a regole che ogni particolare gioco prevede. Praticamente vengono a sommarsi in un solo repertorio il meccanismo del gioco e la piacevolezza della danza. Sono quelli che noi chiamiamo "balli-gioco" o, invertendo gli addendi, giochi danzati o balli giocati. Girando per tutte le regioni italiane, ne abbiamo documentati diversi, praticati in relazione all'età, alla condizione sociale o al sesso. Alcune tipologie di balli-gioco sono diffusi un po' ovunque, altri sono attestati in area più ridotte, altri sono più specifici (è probabile che lo stesso modello altrove si sono estinti). Le varianti dello stesso modello sono indice di un lungo processo di appropriazione locale, tendente a manomettere, adattare e/o a differenziare lo stesso repertorio di base.

Il gioco a ballo è probabilmente sempre esistito in ogni epoca e in ogni etnia, perché soddisfa il bisogno umano del gioco, dell'evasione, del divergere dalla normalità quotidiana. Sin dai primi trattati di danze aristocratiche del XV e XVI sec. troviamo descritti o accenati alcuni balli graditi dal pubblico nelel feste da ballo, come il ballo del torchio, il ballo del cappello, il ballo del piantone, ecc.

Per parteciparvi, ciascuno deve conoscere le dinamiche di svolgimento, altrimenti deve stare ad osservare con molta attenzione, capirne il funzionamento e inserirsi. Vi sono giochi a ballo per ogni età:
balli-gioco infantiliGirotondo, Madama Dorè, La bella lavanderina, Maria Giulia, Lupo lupo che fai, Rosa Rosella, La lunga tela, La coda del serpente, ecc. 
balli-gioco per adultiballo della scopa, ballo della sedia, ballo dello specchio, ballo del fazzoletto, ballo del bacio, ballo della mela, ballo dell'ahimè, ballo del fiasco, ballo dei gobbi, ballo del morto, ballo della sala, ballo del chiamo, ballo della lepre, ballo della volpe, nallo dell'orso, ballo della torcia, ballo del cappello, ballo del piantone, ecc.
balli-gioco maschililu papagnë, lu bellë zambittë, mattacchini, pizzica scherma, pizzicantò, ecc.
- balli gioco femminili:

 

«Il processo di ludificazione è un fenomeno interessante, perché ci permette di osservare i processi di trasformazione del linguaggio espressivo tradizionale e della cultura ad esso sottintesa; ad avviare tale processo intervenivano quasi sempre due fattori concomitanti e per certi aspetti conseguenti. Il bisogno di rinnovamento dei modi espressivi, che ogni nuova generazione avvertiva, veniva vissuto senza distruggere radicalmente il precedente, ma realizzando un’opera di sincretismo culturale per cui il nuovo veniva trasformato e avvicinato alle forme espressive già esistenti, tanto da renderlo talvolta irriconoscibile rispetto ai modelli di partenza o di arrivo sul posto, e il vecchio da rimuovere era accantonato in una pratica “minore”. Di conseguenza agiva una sorta di giudizio estetico, che da generazionale diveniva collettivo, e che spesso si trasformava in giudizio etico funzionando da censura protettiva: certe pratiche non stava più bene eseguirle pubblicamente da persone adulte e responsabili, ma tuttalpiù potevano essere tollerate come giochi per ragazzi o per ubriaconi. Altri balli-gioco invece erano reputati interessanti e degni di rimanere nell’ambito delle feste ufficiali, perché rispondevano ancora a funzioni ritenute utili, come quelle della formazione delle coppie nel ballo o della pura pantomima comica, ecco perché poi, accanto ai giochi a ballo infantili, troviamo una grande abbondanza di balli-gioco per adulti:ballo della sedia, ballo della scopa, ballo del fazzoletto, ballo della candela, ballo del bacio, ballo dell’ahimè, ballo del sospiro, ecc.; e sul piano della pantomima: ballo dell’uccellaccio, galletto, ballo del morto o di Mantova, ballo dei gobbi, ecc.
Così anche alcuni balli un tempo in voga, entrati nella dimensione del gioco sono stati semplificati e preservati intatti nel tempo, perché il gioco fanciullesco tende alla conservazione; infatti esso, per sua intrinseca natura, deve basarsi sull’iterazione continua di movimenti, di strutture geometriche e di testi, onde favorire da parte dei piccoli un apprendimento imitativo ed una assimilazione di elementi ripetitivi affinché diventino familiari al loro mondo conoscitivo e alla loro identità esistenziale. Anche le melodie dei canti sono in genere delle cantilene con rare escursioni melodiche e quasi sempre monodiche. Nel passaggio da ballo a gioco puerile vi è stata una fase di transizione nella quale il ballo veniva inteso come “cosa vecchia, d’altri tempi”, ed eseguito di rado ormai come gioco da soggetti a margine della società (donne, ubriaconi, vecchi, bambini).il procedimento e applicarlo subito imitando chi ne è già a conoscenza. »

[Tratto da Gala G. M., Il gioco a ballo, " Choreola", n. 11, 1994, Firenze, Ed. Taranta, pp. 277-278.].

Riferimenti bibliografici sui balli gioco

BRAGAGLIA Anton Giulio, Danze popolari italiane, Enal, Roma 1950.

CAMMELLI Stefano, (STARO Placida), Musiche da ballo, balli da festa, Bologna, Alfa, 1983.

GALA Giuseppe M., I giochi a ballo, in "Choreola", anno IV, n. 11, primavera-estate 1994, pp. 277-290.

SACHS Curt, Storia della danza, Milano, Il Saggiatore, 1966, (1a ed. 1933).

UNGARELLI Gaspare, Le vecchie danze ancora in uso nella provincia bolognese, Forzani, Roma 1894 (ristampa Forni).

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