Il ballo sardo fra tradizione, folklorismo e riproposta folk
A Gadoni un incontro di studi fra specialisti su
"Il ballo sardo fra tradizione, folklorismo e riproposta folk". Riflessioni e approfondimenti su etnocoreutica, musica, società e spettacolo.
RELATORI:
- Giuseppe M. Gala, antropologo della danza, dottore di ricerca presso l'Univ. di Sassari
- Marco Lutzu, etnomusicologo presso l'Università "Ca' Foscari" di Venezia
- Marcello Marras, antropologo, direttore UNLAS di Oristano
Coordina Ottavio Nieddu
Nel corso della aerano saranno proiettati documetari etnografici e la serata si concluderà con un libero dibattito.
L'iniziativa è organizzata dall'Ass. Gruppo Folk Santa Barbara e il Comune di Gadoni.
Prenderanno parte anche:
- Antonello Secci, sindaco di Gadoni
- Ugo Agus, presidente del gruppo folk Santa Barbara di Gadoni
- Daniele Cossellu, tenore Remunnu 'e Locu di Bitti
- Antonio Musina, del Gruppo folk Santu Pedru di Nuoro
PULSANDA TELLUS - Percorsi di storiografia ed etnografia del patrimonio etnocoreutico italiano
Convegno nazionale sul patrimonio etnocoreutico in Italia
Napoi, Archivio di Stato, 18 e 19 maggio 2023
Sala Filangieri, Archivio di Stato, Piazzetta del Grande Archivio, 5
(nel centro storico di Napoli, vicino al Duomo).
dedicato a Diego Carpitella
Airdanza
L'etnocoreologia è una disciplina relativamente recente fra gli studi demo-etno-antropologici in Italia. Affiancata agli inizi all'Etnomusicologia sotto la guida negli anni '70-'80 del secolo scorso di Carpitella e Leydi, la disciplina si è resa progressivamente autonoma con metodi e percorsi propri di ricerca e teoria.
Mentre si registra un crescente interesse per il patrimonio immateriale della tradizione popolare da parte dell'Unesco, dei media e delle nuove generazioni, gli studi etnocoreologici si avviano a raggiungere il mezzo secolo di indagini e di studi, svolti quasi sempre come volontariato e mediante investimento e autoformazione dei singoli ricercatori.
Così l'universo delle danze etniche anche in Italia si fa sempre più articolato e complesso, c'è bisogno di nuovi strumenti di analisi e di studio per comprendere le resistenze culturali locali, le trasformazioni, le delocalizzazioni dei repertori, i bisogni di neo-radicamenti culturali, le nuove funzioni formative e aggregative delle danze di matrice etnica e le mode di consumismo espressivo e di esterofilia acritica.
Di qui la necessità di un importante e generale incontro di studiosi per fare il punto della situazione, per predisporre una tutela delle "isole etniche" rimaste, per una catalogazione e fruizione degli archivi audiovisivi e per la comprensione dei nuovi fenomeni analizzati con lenti pluridisciplinari.
Sinora sono stati svolti in Italia vari convegni nazionali e internazionali e varie giornate di studio sul patrimonio etnocoreutico italiano (Roma 1981, Penna S. Andrea 1988 e 1991, Codroipo 1995, Castrignano dei Greci 2007, Ficarra 2010). Si avverte l'urgenza di raccogliere in un primo convegno sia gli storici della danza etnica e sia gli etnocoreologi e i ricercatori per aggiornare lo stato degli studi sinora effettuati e per dibattere sulle prospettive future di conoscenza e di tutela del patrimonio. Tra le finalità di tale incontro di studi c'è anche quella di giungere ad un riconoscimento delle professionalità del settore e di iniziare a costruire un percorso di istituzionalizzazione ufficiale della disciplina nella formazione accademica.
ARTICOLAZIONE TEMATICA DEI DUE INCONTRI DI STUDI
con relatori provenienti da tutti gli ambiti di ricerca, studio e pratica della danza tradizionale italiana, degli studi DEA e di Storia della danza etnica:
Pulsanda tellus 1: Napoli, 18-19 maggio 2023: Percorsi di storiografia e di etnografia del patrimonio etnocoreutico italiano.
Pulsanda tellus 2: Melpignano (LE), settembre 2023 [da definire]: Mutazioni genetiche della danza etnica in Italia. Consumo, didattica e spettacolarizzazione dal locale al globale.
Primo convegno nazionale di studi etnocoreologici sui balli etnici siciliani
Ficarra (ME)
Sabato 28 agosto 2010
“La danza tradizionale come patrimonio culturale della Sicilia. Stato degli studi, invenzioni, trasposizioni e investimenti”
Premessa Gli studi di etnocoreologia fanno registrare in Italia, come in molti Paesi dell'Europa occidentale, un cospicuo ritardo rispetto ad altre discipline demoetnoantropologiche o coreologiche in genere. Numerose sono le ragioni di tale trascuratezza, sia storiche che ideologiche e metodologiche, ma le cause remote non possono più essere addotte come scusanti per chi ha il dovere dell'indagine e della conoscenza. Nell'ultimo secolo si sono verificati parallelamente due fenomeni fra loro compensativi: 1) da una parte il rapido mutare del sistema socio-culturale ha comportato la progressiva dispersione di forme espressive tradizionali appartenenti alle comunità locali, ciò ha comportato la perdita crescente delle specificità culturali di ogni area e il conseguente adeguamento alla mondializzazione dei modelli culturali dominanti; 2) dall'altra sia lo sviluppo delle tecnologie di documentazione audiovisva, sia l'evoluzione degli studi etno-antropologici e dei metodi di investigazione permettono di fissare, analizzare e tramandare ai posteri le espressioni del patrimonio immateriale.
Articolo Convegni
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