Progetto CONCORDANZE
Accademia di Danza Etnica Abruzzese
di Pino Gala
VIII edizione: 2015-2016
"Alle radici e allo specchio”
RITORNO ALLE ORIGINI NELLE TERRE D’ABRUZZO
Il contesto dell’esperienza reale e il reinnesto della tradizione.
In un mondo in continua e rapida trasformazione, talvolta si sente il bisogno di tornare alle origini.
Le espressioni culturali hanno avuto sempre una fonte, un luogo di gestazione e di radicamento. Il carattere locale di certe arti popolari sono il frutto di contesti ristretti che sono stati per secoli cantieri di fabbricazione di idee e opere. Da alcuni decenni le periferie stanno diventando sterili a vantaggio di una creatività gestita da processi “globali” che assumono carattere mondiale a danno di una dinamica vitale a carattere locale. Vincono modelli espressivi forti e annientano gli esili flussi creativi dei paesi marginali.
Attraverso un rapporto sempre più penetrante con i media ogni occidentale è spinto a vivere sempre più una dimensione virtuale e cosmopolita, ma il corpo ci tiene vincolati agli spazi locali e ai “limiti” di una esperienza concreta e diretta. È giunto il momento di ripensare al fenomeno innaturale della globalizzazione mediante il riprendere coscienza della nostra praticabilità reale, tangibile e corporea. La danza in questo senso funziona da termometro esistenziale. Bisogna tornare, dunque, a valorizzare il contesto quotidiano vivificandolo con ciò che la cultura locale aveva prodotto fino a ieri e stimolare una vivacità culturale a km 0.
Tornare alla tradizione non come viaggio a ritroso, ma come la riscoperta di una dimensione reale della quotidianità da cui ripartire. Ecco allora la necessità di reinnestare ciò che s’era da poco perduto per ricucire memorie e pratiche della vita locale.
Nel mondo delle tradizioni popolari uno dei fini più alti e appaganti di un ricercatore è quello di restituire alla comunità di provenienza il sapere documentato alcuni decenni prima. In molti casi l’etnografo si è trovato a documentare gli ultimi depositari di sapere tradizionale, archiviando testimonianze preziose andate poi perdute. L’antropologo è ben consapevole del valore culturale delle testimonianze usate, soprattutto quando queste vengono poi abbandonate dalle comunità originarie e impoveriscono l’eredità dei loro antenati. Allora riportare in vita quelle testimonianze “storiche” reinnestandole negli stessi luoghi dove furono attinti, vuol dire far continuare una vita, un uso, un’eredità immateriale… una voglia di restituire vitalità ai contesti quotidiani in cui si vive, per una migliore qualità dell’esistenza di ciascuno.
L’ottava edizione: formula nuova e ritorno ai luoghi d’origine dei balli
L’ottavo anno di questo laboratorio propone una svolta radicale del percorso fin qui intrapreso in Abruzzo, così questa regione si fa capofila di un’esperienza di tentativo di reinnesto delle forme espressive disperse. Si cercherà di organizzare dei seminari sui balli di una specifica zona o singola comunità da svolgere nei luoghi originari; i destinatari principali sono proprio le nuove generazioni del luogo, a cui si passa idealmente il testimone dei balli in uso un tempo e che sono stati dimenticati.
Cambia anche la formula del seminario: gli incontri diventano più brevi ma intensivi, cioè concentrati in un solo giorno (il sabato pomeriggio e sera). A questi brevi seminari si aggiungeranno gli appassionati di tradizioni popolari per apprendere negli ambienti d’origine i balli e le spiegazioni teoriche di contestualizzazione.
Dunque l’VIII edizione di "Alle radici e allo specchio" si caratterizza ancora di più per una maggiore relazione con il territorio. Se ne avverte la necessità, poiché il crescente interesse che si sta sviluppando da parte delle nuove generazioni per le proprie radici culturali, trovi ragion d’essere nel rapporto con le forme espressive dei propri avi analizzati da esperti e avvalorati dalle testimonianze degli anziani.
Bisogna ripartire dalla memoria, dalla comprensione del passato per poi aprire il dibattito sul destino della vita culturale di ciascun paese. La costruzione delle società del futuro si trova davanti ad un bivio: riduzione per modelli dominanti o biodiversità culturale. La danza, mezzo per eccellenza di socializzazione e divertimento, può rappresentare un percorso simbolico di una più ampia questione culturale.
Sarà come compiere un viaggio culturale, una carovana che ripercorre le vie in parte perdute delle danze, delle musiche e dei canti in alcune comunità. La carovana si sposta di volta in volta per effettuare tappe didattiche intensive. Grande importanza sarà data sia alle prassi esecutive originali d’ogni ballo e sia alla visione guidata di réportages di investigazione audiovisiva. Le esperienze pratiche saranno supportate da conoscenze basilari di antropologia, al fine di evitare consumismi superficiali, delocalizzazioni improprie e confusione di ruoli.
PROGRAMMA
I incontro:
CITTÀ SANT’ANGELO (PE) Sabato 12 dicembre 2015
Sede: ex sala manifattura Tabacchi – Via Lupinato, 1 – Centro Storico
SALTARELLA E BALLO DELLA SALA IN RIVA AL MARE
* h. 15,30-17,30: Lezione teorico-pratica
* h. 18,00-20,00: lezione teorico-pratica
h. 21,00 in poi: Degustazione prodotti tipici e festa da ballo
con la “Compagnia della Pescara”
Repertorio: saltarella, ballo della sala, danzo, quadriglia.
Docenti: Pino Gala e Tiziana Miniati.
MATERIALE DIDATTICO
L’Ass. Taranta fornirà indicazioni bibliografiche e discografiche ai partecipanti e metterà a disposizione pubblicazioni inerenti argomenti trattati per eventuale acquisto.
INFORMAZIONI & SEGRETERIA
Iscrizioni e segreteria: www.icoloridelterritorio.org - Edgardo 338 5619192
Le iscrizioni si prenotano per telefono o mail e si effettuano a inizio di ogni incontro.
Organizzazione: Ass.Cult. "I Colori del Territorio" di Spoltore (PE).
I prossimi incontri verranno comunicati in seguito.