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LE SALTARELLE DELLA MEDIA VAL DI SANGRO

 
CONCORDANZE - Culture tradizionali nelle terre d’Abruzzo
 
Spoltore (PE) Sabato 12 Marzo 2022, h. 16-20.
Sede della Società Operaia, Piazza G. D'Albenzio, 1
 
PROGRAMMA
h. 15,30: Iscrizioni
h. 16,00: Lezione tecnica delle saltarelle della media Val di Sangro
h. 18,00: Lezione teorica con documenti video inediti
h. 18,45: Lezione tecnica
h. 20,00: Brindisi finale e saluti
 
Docenti:
prof. Pino Gala, antropologo della danza
dr. Tiziana Miniati, ricercatrice
 
INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI
Per poter partecipare al seminario bisogna prenotarsi telefonando o mandando msg ai seguenti numeri, oppure segnalando la propria presenza sull’evento di Facebook.
338-5619192 (Edgardo), 347-6186994 (Tiziana), 347-5000000 (Pino).
Vi aspettiamo!
 
 
LA SALTARELLA NELLA MEDIA-BASSA VAL DI SANGRO
Il Sangro è un lungo fiume abruzzese che serpeggia dai monti della Marsica lungo le valli interne del Parco Naturale d'Abruzzo e raccoglie le acque della Montagna Grande, dei Monti della Meta e dei monti Frentani e per alcuni chilometri segna il confine fra Abruzzo e Molise, per sfociare nel Lancianese nel mare Adriatico.
Dunque il fiume attraversa nei suoi 122 km diverse aree culturali abruzzesi con i loro rispettivi patrimoni di tradizioni, dialetti e usanze. Sotto l'aspetto etnomusicale ed etnocoreologico, però, solo il versante montano-collinare adriatico ha conservato maggiormente espressioni proprie della cultura contadina, ancora così resistente e fonte economica principale della zona.
 
Il repertorio di ballo
La mia prima ricerca in Abruzzo risalente al dicembre 1980, grazie alla conoscenza dell'amico Gabriele, è iniziata proprio a Roccascalegna. In quegli anni era ancora possibile trovare molti anziani suonatori e ballerini, ma già si avvertiva la cesura di consuetudini fra la generazione senile e quella giovanile. Tra i balli domina la "saltarella", una danza etnica rimasta in forme elementari antiche tipiche dei secoli scorsi. Vi era stata dunque una trasmissione ininterrotta per molte generazioni, che avevano però creato varie strutturazioni coreografiche della stessa matrice coreutica. Così è stato possibile documentare saltarelle in coppia staccate, varie saltarelle a due coppie staccate e legate e persino saltarelle a tre ballerini.
Tutti i modelli di saltarella presenti in zona hanno però il pregio di mostrarsi come danze iterative, dall'evidente carattere ipnotico-catartico. Lo stile composto e semplice dei ballerini evidenzia una incorporazione profonda di un linguaggio corporeo arcaico e di tipo agro-pastorale. Da vari decenni la musica del ballo è affidata all'organetto diatonico, sia a 2 che a 4 e 8 bassi. Un tempo il compito di accompagnare i balli era affidato a cordofoni, flauti e canti.
Il laboratorio sarà dunque l'occasione per calarsi in linguaggi corporei profondi e in una concezione arcaica della danza contadina. A insegnare le diverse varianti di "saltarella" saranno dei ricercatori che hanno appreso direttamente dagli anziani esecutori di due generazioni fa il ballo. I partecipanti al Laboratorio potranno beneficiare, oltre che della perizia e della lunga esperienza didattica dei docenti, anche della visione guidata delle preziose riprese cinematografiche e videografiche dei balli, oggi documenti irripetibili per il processo di rarefazione o, in molti casi, scomparsa definitiva della pratica attiva dei vecchi balli rurali.
[Pino Gala]
 
Organizzazione: Ass. I colori del territorio, Ass. Cult. Taranta aps
Il laboratorio si svolgerà in sicurezza secondo le vigenti normative anticovid: green pass, mascherina, igienizzazione delle mani, preferenza per figure coreutiche distanziate (all'antica).
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