La Neo-pizzica
Dalla seconda metà degli anni '90 nel Salento leccese alcuni suonatori e ballerini del mondo teatrale e folk-revivalistico, senza una capillare indagine sul campo, hanno diffuso una neo-pizzica sostanzialmente difforme dalle strutture e dallo stile esecutivo della tradizione, vendendola talvolta come ballo della tradizione. Un entusiastico mercato di nicchia prevalentemente giovanile, sensibile alla creazione di nuovi miti "alternativi" e pronto a lasciarsi andare ad una sorta di "fascinazione collettiva" prodotta dalla riscoperta culturale del tarantismo, ha assunto la pizzica ad emblema ideologico dell'antiglobalizzazione. Grande successo ha avuto infatti la nuova moda coreutica tra i centri sociali giovanili, divenendo un importante mezzo di socializzazione ed un emblema quasi ideologico.
La neo-pizzica si basa su una mescolanza approssimativa di ingredienti preparati con lo scopo di costruire un ballo-simbolo che rappresentasse nel mondo l'immagine del sud e dell'Italia: corteggiamento esasperato attinto dal folklorismo di spettacolo (come il gioco degli sguardi ravvicinati, la testa rigirata e la mimica "caballera", passettini lenti d maniera, atteggiamenti flamencati o "a torero", pantomima teatrale di una narrazione erotica (fuga-inseguimento-accettazione), elementi di rituali estatici (rotazioni, dinamiche parossistiche, estraneamenti momentanei) sono stati mescolati e vengono trasmessi da giovane a giovane (non da vecchio a giovane com'è solitamente nella tradizione) durante i grandi concerti di "pizzica-rave" dell'estate salentina o da improvvisati insegnanti in corsi di danza. Secondo ogni buona regola di marketing, la nuova invenzione è sostenuta da qualche finction cinematografica (Pizzicata, Sangue vivo, servizi televisivi, ecc.), da ritrovi musicali di "pizzicati" in tutta Italia e da nuove terminologie "ad effetto", inesistenti nella tradizione, come: "pizzica de core", il "ballo della taranta", la "danza dei coltelli" o la "danza delle spade", le "tre tarante", ecc. [vedi scheda successiva].
Gli elementi stilistici e strutturali di maggior diversità della neo-pizzica con la pizzica pizzica tradizionale stanno
- nel diverso rapporto dei corpi col terreno: più battuto ed energico e senza eccessivi abbellimenti la forma tradizionale;
- nella gesticolazione di braccia, polsi e mani: accademica e delicata nella neo-pizzica, robuta e contadina nell'altra;
- nel rapporto visivo tra i ballerini: sguardi fissi e impostati, colli torti e mimiche artificiali nella neo-pizzica, semplice e appena visibe nella tradizionale;
- nella perdita della trama circolare dei percorsi nella nuova forma, molto legato al senso di circolarità - risaltato dalla ronda - quella antica.
Oggi si avverte tra i salentini - soprattutto studiosi di folklore - una tendenza a frenare queste innovazioni esasperate che tengono gli anziani distanti e derubati nel loro ruolo di trasmettitori; si iniziano a fare i dovuti "distinguo" e a privilegiare dimensioni più ridotte e familiari, mentre qualche studente universitario sta avviando ricerche su forme e contesti del ballo, comunciando a distinguere le rare forme tradizionali dal revival.