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Scotis

Notizie storiche ed etnografiche

Lo scotis non è altro che una famiglia di balli derivante dallo (o dalla) scottisch ottocentesca, diffusosi in tutta Europa in ambienti aristocratici tra la il 1830 e il 1850. In ambienti colti la danza rimase poco in auge, ma si conservò negli ambienti della piccola e media borghesia e dell'aristocrazia periferica di paese, dove convive con gli altri balli ottocenteschi come valzer, polka, mazurka equadriglia. In Italia è presente pressoché in tutte le regioni con nomi vari, di cui la maggior parte "traducono" nelle lingue locali il nome originario di diffcile pronuncia come sciortis, scioltis, sotice, sciottë, scozjë, scots, scotëse, ecc.

Brevi cenni storici

«Durante il periodo di Restaurazione post-napoleonica della prima metà del XIX secolo, in area germanica fu inventato dai coreografi di palazzo un nuovo ballo, la (o lo) schottish. Esso era il risultato di una fusione tra l’ecossaise francese e il walzer della zona austro-bavarese. Anche se il nome induce a supporre la danza come direttamente derivante dalla Scozia, in realtà le tante versioni ottocentesche della schottish nulla hanno in comune con quelle forme coreutiche che realmente furono attinte dalle danze popolari di varie regioni della Gran Bretagna; esse erano prevalentemente di ritmo ternario (3/2 o 3/4), e nella prima metà del XVIII sec. furono utilizzate in Francia come modello, insieme ad altri tipi di country dance, per alcune danze aristocratiche andate sotto il nome di écossaises
Ma il nuovo ballo, che tra il 1830 e 1840 diventò di moda in Germania, aveva impianto circolare con un numero variabile di coppie miste. Al ritmo di 3/4 ogni coppia doveva eseguire contemporaneamente le poche figure di cui si componeva il ballo. Anche la polka“figurata” influenzò enormemente la schottish, tanto che alcune figure coreografiche circolavano in entrambe le danze e il ritmo si cristallizzò poi prevalentemente in forma binaria:

2/4  q q q  q q

La novità di questa nuova danza e la ragione del suo gradimento e della rapida divulgazione anche presso le classi popolari stavano soprattutto nella natura morfologica del ballo: era figurato, dunque variato, e permetteva un più stretto legame nel tipo di connessione (modo di tenersi) fra l’uomo e la donna.» [Gala G. M., Uno scotis col fazzoletto in Sicilia, in "Choreola", n. 5, anno II, 1992, primavera, pp. 39-40, Edizioni Taranta, Firenze].

LO SCOTIS OGGI IN ITALIA

Lo scotis in coppia

Tale modello in italiano lo chiamiamo "scotis" perché questo è il nome più diffuso tra le tante varianti locali. 
Il repertorio musicale si articola generalmente in due parti melodiche di 16 misure ciascuna. Vi sono anche degli scotis semplici monostrutturati, composti cioè di un motivo unico di 16 battute o persino di 8 battute, che si ripetono in continuazione.
Sotto l'aspetto morfologico etnocoreutico, la maggior parte dei repertori consiste in balli a più coppie miste che si muovono lungo una traettoria circolare in direzione antisolare (o antioraria). Si tratta di un ballo "modulare", basato cioè su un numero fisso, ordinato e codificato di passi che tutti i ballerini eseguono in simultanea in corrispondenza delle frasi musicali.
La struttura coreografica più diffuse consiste nel fare una serie codificata di passi (semplici e/o doppi) a coppia legata e poi terminare la parte col giro in tempo binario (4 o 8 passi semplici, oppure 2 o 4 passi doppi). 
Ma le varianti sono davvero tante, ogni comunità ha adattato a sé il modello di base: vi sono, ad esempio, in luogo del giro (o della parte della passeggiata) parti con battiti di mani o gesticolazioni varie, oppure vi sono sezioni di passi con ritorno in senso orario.

Lo scotis a tre col fazzoletto

Più rare sono le forme a tre ballerini (un uomo al centro e due donne ai lati), che si tengono uniti col fazzoletto (più raramente per le mani). La struttura in genere di queste danze è bipartita: vi è la prima parte a contradanza nella quale i ballerini vanno allineati a tempo del fraseggio musicale in avanti e dietro, poi la seconda parte prevede l'alternanza di passaggi delle donne sotto i ponti formati dal fazzoletto dell'altra donna. Questo tipo di scotis è diffuso soprattutto in Sicilia, anche sotto altri nomi.

 

ALCUNI RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI SULLO SCOTIS 


AA. VV., Dizionario enciclopedico Universale della Musica - Il lessico, Torino, UTET, vol. II, p. 101 e vol. IV, p. 256. 
FÖRSTER C. F., Ecossaisen-Lehre oder die Kunst, 16 verschiedene Ecossaisen mit allen dazugehörigen Pas und Touren in kurzer Zeit anständing tanzen za lernen, Breslavia, 1831.
GAVINA P., Il ballo, Milano, Hoepli, 1898.
GALA Giuseppe Michele, Uno scotis col fazzoletto in Sicilia, in "Choreola", n. 5, anno II, 1992, primavera, pp. 39-40, Edizioni Taranta, Firenze

SACHS Curt, Storia della danza, Milano, Il Saggiatore, 1966.

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