LABORATORIO di DANZA POPOLARE di FIRENZE 2024-25
SCUOLA DI BALLO POPOLARE
affiliata alla UISP Lega Danza - Settore Danze Etniche
Programma 2024-2025 - (48° anno)
Palestra Scuola Media "Machiavelli" - Pza de' Nerli, 2 - S. Frediano ogni martedì sera h. 20,30 - 22,30: dal 1 ott. 2024 al 27 maggio 2025
Da stazione SMN 10 min. a piedi. Bus 6, 11, 12, D, 17, 36, 3
Continua la lunga vita del Laboratorio di Danza Popolare di Firenze, il primo e più longevo d’Italia (48° anno!). Ogni anno studiamo un modo originale per far conoscere l’immenso patrimonio delle danze tradizionali italiane; poiché possiamo attingere ad un vasto archivio audiovisivo dell’Associazione Taranta, la più ampia raccolta al mondo di materiali audiovisivi, bibliografici e discografici sulle danze tradizionali italiane, grazie a oltre 45 anni di ricerche.
Insegnamo i balli in modo filologico, nelle forme osservate nei luoghi di origine, con musiche anch’esse registrate dai suonatori del luogo. I balli sono trasmessi con competenza e lunga esperienza didattica, con modi coinvolgenti e divertenti e per difficoltà tecniche crescenti. I docenti - che operano gratuitamente - sono sia esperti studiosi del settore, sia allievi con esperienza di ricerca.
Novità: Di tutti i balli appresi faremo vedere i video originali. Inoltre organizzeremo delle escursioni etnografiche in feste tradizionali per conoscere dal vivo i contesti da cui scaturiscono i balli. Formeremo un gruppo di danzatrici/danzatori per animazione e spettacoli di danza popolare.
I balli della Maremma in Toscana. Depositi di antiche transumanze
Centro Diurno in Via Guido Bertacchi
Come è successo con l'Umbria, in quattro ore di laboratorio si possono affrontare e apprendere solo alcuni esempi di balli rispetto ad un più vasto e ricco panorama.
La caratteristica più rilevante della cultura maremmana sta nella contaminazione plurisecolare che i residenti hanno avuto con pastori, boscaioli e "montagnini" dell'Appennino tosco-emiliano e tosco-romagnolo. In questo lungo scambio di relazioni vitali è impegnativo oggi distinguere le danze autoctone da quelle importate dalle presenze invernali.
La Maremma è sicuramente l'area più tenacemente conservativa di tutta la Toscana. Ma anche in questa regione la scomparsa di più generazioni di anziani depositari del folklore locale hanno provocato la scomparsa graduale e diffusa di molte danze, di cui la regione era ricca e che per fortuna sono state documentate in extremis da chi dalla fine degli anni '70 ha voluto conoscere le espressioni musicali e coreutiche di tali comunità.
La differenza tra generici insegnanti di danza popolare - autoproclamatisi tali - e un ricercatore con 50 anni di indagini etnografiche e di studi storici e antropologici alle spalle sta nella ricchezza di conoscenze acquisite e nell'affidabilità e nel rigore scientifico di aderenza alla fonte delle pratiche coreutiche originali.
Un'importante esperienza per formare ballerini ed insegnanti con i ricercatori che hanno battuto campagne e città dagli anni '70.
L'iniziativa si terrà presso il centro diurno di Sasso Marconi entrata dal parcheggio di via Bertacchi e sarà su prenotazione. Posti limitati a 25 partecipanti.
A CUORE A CUORE Laboratori sui balli legati di coppia nella tradizione popolare romagnola
In effetti i balli legati a coppia mista chiusa segnarono una vera rivoluzione sociale e culturale: i due sessi potevano toccarsi fisicamente e stringersi, chiudersi all'interno della breve relazione di coppia nel tempo di un ballo e isolarsi dal contesto esterno. La rivoluzione della borghesia esprimeva così il primato dell'individualismo sul collettivismo della cultura contadina, aboliva le gestualità e le mimiche simboliche del divertimento e dell'allusione erotica esposte agli astanti e permetteva il contatto ed una certa intimità fisica, rompendo i tabù dell'esclusività di relazione codificata fra i sessi.
Estadanza 2024 - Mormanno (CS)
“LE ANIME DEL SUD - Incontri fra terre e culture“
Ogni anno scegliamo due aree differenti del Sud e confrontiamo i rispettivi patrimoni culturali e le espressioni locali di danza, musica e canto.
Quest'anno saranno trasmesse le danze tradizionali della Calabria centro-settentrionale (Pollino, Marchesato, Reventino, Sila) e dell'Irpinia (provincia di Avellino) in Campania.
- sui circa 50 anni di ricerche etnografiche effettuate direttamente alla fonte in tutte le regioni italiane,
- sulle competenze e lo spessore culturale dei docenti,
- sull'approccio scentifico e filologico alle forme espressive del patrimonio tradizionale e
- sulla convivenza amicale dei partecipanti che produce relazioni umane positive e crescita culturale.
LA VILLANELLA D'ASPROMONTE (Calabria)
h.15,30: presentazione del repertorio delle tarantelle sud-calabresi e lezione tecnica.
h. 21,00: festa da ballo con danze tradizionali abruzzesi e italiane
La complessa tarantella ("viddhanedda") sud-calabrese.
Pino Gala, ricercatore e antropologo della danza
Tiziana Miniati: ricercatrice
La villanella d'Aspromente (Calabria)
PARMA, Circolo Aquila Bruno Longhi, Vicolo Santa Maria, 1/A.
h.16,00: presentazione del seminario, inquadramento strutturale e storico della "villanella reggiana" nel panorama dell'ampia famiglia della tarantella del Sud d'Italia.
h. 16,30: Laboratorio tecnico della tarantella aspromontana, con particolare riferimento alla tarantella "bagnarota".
h. 19,15: Conferenza del prof. Gala su «Danzare a volo di uccelli, con rapidità ed eleganza ». Proiezione guidata di documentari video inediti di ricerca sulla festa della Madonna della montagna di Polsi.
h. 20,00: cena sociale a prezzo convenzionato (18 €)
h. 21,00: festa da ballo in piazza con repertorio di danze e balli-gioco tradizionali italiani.
Tiziana Miniati: ricercatrice, insegnante di danze popolari dal 1997
VETERENOVO - Radici antiche del futuro
Lezione teorica [biblioteca comunale]: L'Etnocoreologia e lo studio delle danze etniche: concetti basilari applicati al patrimonio etnocoreutico della Basilicata (a cura del prof. G.M. Gala).
Visione guidata di video inediti su balli rari e particolari girati in Basilicata. Dibattito.
ore 10,30
Lezione tecnica di ballo [palestra della scuola]. Repertorio: la tarantella in cerchio, a due coppie e in coppia del Pollino
ore 13,30 - Pausa pranzo - intervallo
Lezione teorica [biblioteca comunale]: La storia della ricerca etnomusicale ed etnocoreutica in Basilicata (a cura del prof. G.M. Gala).
Visione guidata del documentario inedito di G. M. Gala "La zampogna lucana". Visione guidata di video inediti di G. M. Gala girati nelle feste mariane di vari paesi lucani del Pollino
ore 16,30
Lezione tecnica di ballo [palestra della scuola]. Repertorio: la tarantella nella Val d'Agri (nelle varianti di Viggiano, Marsicovetere, Marsico Nuovo)
L'arpa di Daniela Ippolito (S. Mauro Forte - MT) - arpa e voce.
ore 22,30
Gli Amarimai (Viggiano - PZ) - organetto, zampogna, arpa, chitarra, tamburello e voce.
La pizzica pizzica tradizionale nella Grecìa salentina
Circolo Arci Dipendenti Comunali, Viale Mentana, 31/A.
h.15,30: presentazione del seminario, inquadramento della pizzica pizzica tradizionale salentina nell'ampia famiglia della tarantella meridionale.
h. 15,45: Laboratorio tecnico di pizzica pizzica
h. 18,30: Conferenza del prof. Gala su «La pizzica pizzica tra funzione ludica e funzione terapeutica». Proiezione guidata di documentari video inediti di ricerca.
h. 20,00: cena sociale (2 primi, secondo, contorno, acqua, vino e sorpresa) (15 €)
h. 21,00: festa da ballo con repertorio di danze del Sud d'Italia
La "pizzica pizzica" a Cutrofiano, Corigliano d'Otranto e Martignano
Pino Gala, ricercatore e antropologo della danza
Tiziana Miniati: ricercatrice
LABORATORIO di DANZA POPOLARE di FIRENZE 2023-24
Programma 2023-2024 -(47° anno)
SCUOLA DI BALLO POPOLARE
Palestra Scuola Media "Machiavelli" - Pza de' Nerli, 2 - S. Frediano
ogni martedì sera h. 20,30 - 22,30: dal 3 ott. 2023 al 28 maggio 2024
Da stazione SMN 10 min. a piedi. Bus 6, 11, 12, D, 17, 36, 3
Continua la lunga vita del Laboratorio di Danza Popolare di Firenze, il primo e più longevo d’Italia (47° anno!). Ogni anno studiamo un modo originale per far conoscere l’immenso patrimonio delle danze tradizionali italiane; abbiamo la facoltà - acquisita in circa 45 anni di ricerca etnocoreologica alle spalle - di poter attingere al vasto archivio audiovisivo dell’Associazione Taranta, la più ampia raccolta al mondo di materiali audiovisivi, bibliografici e discografici di studio in tale settore.
Dopo tanti anni di didattica, le nostre lezioni sono di livello specialistico: insegnamo i balli nelle forme autentiche osservate nei luoghi di origine, con musiche anch’esse registrate dai suonatori del luogo. I balli sono trasmessi in modo semplice, coinvolgente e divertente.
I docenti sono studiosi del settore, di fama nazionale; essi presenteranno i balli senza invenzioni e senza protagonismi personali, con analisi dei movimenti specifici e dei vari stili.
Novità: Molti balli sono delle primizie. Il laboratorio si conclude con un breve ma interessante corso di canti popolari toscani. Di tutti i balli appresi faremo vedere i video originali. Inoltre organizzeremo delle escursioni etnografiche in feste tradizionali per conoscere dal vivo i contesti da cui scaturiscono i balli. Formeremo un gruppo di danzatrici/danzatori per animazione e spettacoli di danza popolare.
ESTADANZA 2023- 40 anni - Pollino
29 luglio - 5 agosto 2023
- Etnocoreologia e Storia della danza: (prof. P. Gala e relatori vari) 7 h.
- Etnomusicologia: visita al laboratorio del M° Stabile - 1 ora
- Tecnica e Didattica dei balli lucani e calabresi (17 ore)
(docenti: Biagi, Gala P., Gala S., Miniati)
- Gli alberi della memoria: incontri con depositari di tradizione: 3 h.
Balli lucani: tarantelle calabro-lucane del Pollino, tarantelle della Val Sauro, Val d’Agri e del Materano, tarantella figurata del Vulture, pastorale del Pollino a una e due coppie, pichë e palë, scots, quadriglia.
Saranno proposti laboratori musicali con un minimo di adesioni: zampogna (minimo 4), tamburello (minimo 8), organetto/fisa (minimo 4), canto (minimo 8).
Docenti: suonatori e insegnanti locali.
ESTADANZA 2023 - 40 anni - Abruzzo
40° anno - 77a edizione
Laboratorio di base - Scuola di Formazione
Discipline (20 ore di lezione e attività culturali)
- Etnocoreologia ed Etnomusicologia: (prof. P. Gala + altri): 6 h.
- Tecnica e Didattica dei balli abruzzesi e balli-gioco (14 ore)
(docenti: Biagi, Gala P., Gala S., Miniati)
Discipline (32 ore di lezione e attività culturali)
- Antropologia della danza e Storia della danza: (prof. P. Gala + altri): 9 h.
- Etnomusicologia abruzzese (prof. Di Silvestre): 2 h.
- Tecnica e Didattica dei balli abruzzesi (ins. Tamara Biagi, Gala Pino, Gala Sabina, Tiziana Miniati) 21 h
Laboratorio di base: zumparella, jisciana, sirpëtillë, spallata, sciottë, quadriglia, valzer scambiato, spallate di Palmoli, saltarelle varie della Val di Sangro;
Balli -gioco: balli del merlo, della scopa, della sedia, dello specchio, ecc.
Scuola di Formazione: tutti i balli del laboratorio di base più: spallata di Schiavi d’Abruzzo, saltarella/ballarella di Fara Filiorum Petri, lu denzë, intricciapiedi, mazurka scambiata.
Ancora una volta Estadanza resta fedele a se stessa: rifugge i contesti affollati e snaturati delle caotiche riviere, del turismo di massa, delle mode folk e porta le persone intelligenti a scoprire frammenti di un'altra Italia, dove il rapporto con la gente si fa discreto ma sincero, una relazione di umanità espressiva che vuol recuperare tratti ancora esistenti di una ruralità culturale, fatta di essenzialità esistenziale e di resistente intreccio con la natura circostante.
PULSANDA TELLUS - Percorsi di storiografia ed etnografia del patrimonio etnocoreutico italiano
Convegno nazionale sul patrimonio etnocoreutico in Italia
Napoi, Archivio di Stato, 18 e 19 maggio 2023
Sala Filangieri, Archivio di Stato, Piazzetta del Grande Archivio, 5
(nel centro storico di Napoli, vicino al Duomo).
dedicato a Diego Carpitella
Airdanza
L'etnocoreologia è una disciplina relativamente recente fra gli studi demo-etno-antropologici in Italia. Affiancata agli inizi all'Etnomusicologia sotto la guida negli anni '70-'80 del secolo scorso di Carpitella e Leydi, la disciplina si è resa progressivamente autonoma con metodi e percorsi propri di ricerca e teoria.
Mentre si registra un crescente interesse per il patrimonio immateriale della tradizione popolare da parte dell'Unesco, dei media e delle nuove generazioni, gli studi etnocoreologici si avviano a raggiungere il mezzo secolo di indagini e di studi, svolti quasi sempre come volontariato e mediante investimento e autoformazione dei singoli ricercatori.
Così l'universo delle danze etniche anche in Italia si fa sempre più articolato e complesso, c'è bisogno di nuovi strumenti di analisi e di studio per comprendere le resistenze culturali locali, le trasformazioni, le delocalizzazioni dei repertori, i bisogni di neo-radicamenti culturali, le nuove funzioni formative e aggregative delle danze di matrice etnica e le mode di consumismo espressivo e di esterofilia acritica.
Di qui la necessità di un importante e generale incontro di studiosi per fare il punto della situazione, per predisporre una tutela delle "isole etniche" rimaste, per una catalogazione e fruizione degli archivi audiovisivi e per la comprensione dei nuovi fenomeni analizzati con lenti pluridisciplinari.
Sinora sono stati svolti in Italia vari convegni nazionali e internazionali e varie giornate di studio sul patrimonio etnocoreutico italiano (Roma 1981, Penna S. Andrea 1988 e 1991, Codroipo 1995, Castrignano dei Greci 2007, Ficarra 2010). Si avverte l'urgenza di raccogliere in un primo convegno sia gli storici della danza etnica e sia gli etnocoreologi e i ricercatori per aggiornare lo stato degli studi sinora effettuati e per dibattere sulle prospettive future di conoscenza e di tutela del patrimonio. Tra le finalità di tale incontro di studi c'è anche quella di giungere ad un riconoscimento delle professionalità del settore e di iniziare a costruire un percorso di istituzionalizzazione ufficiale della disciplina nella formazione accademica.
ARTICOLAZIONE TEMATICA DEI DUE INCONTRI DI STUDI
con relatori provenienti da tutti gli ambiti di ricerca, studio e pratica della danza tradizionale italiana, degli studi DEA e di Storia della danza etnica:
Pulsanda tellus 1: Napoli, 18-19 maggio 2023: Percorsi di storiografia e di etnografia del patrimonio etnocoreutico italiano.
Pulsanda tellus 2: Melpignano (LE), settembre 2023 [da definire]: Mutazioni genetiche della danza etnica in Italia. Consumo, didattica e spettacolarizzazione dal locale al globale.
BALLOS SARDOS
presso Fusolab 2.0 – Via della Bella Villa, 94 - ROMA
La danza per la cultura sarda ha un valore immenso, è un tratto distintivo fra i più sentiti e identificativi. La varietà dei balli, la loro biodiversità locale, l'elevata e diffusa competenza etnomusicale ed etnocoreutica della Sardegna, fanno di questa isola un campo di indagine di tanti ricercatori ed antropologi.
Accanto ad arcaicismi coreutici, convivono anche prestiti giunti dall'esterno, trasformazioni, innovazioni coreografiche spettacolari dei gruppi folkloristici, tendenze a globalizzare e generalizzare alcuni modelli attraverso nuove scuole urbane di ballo, ecc.
La tarantella del Gargano - Laboratorio con Pino Gala
Culture adriatiche – Tradizioni e balli dell'Italia adriatica
Sabato 25 febbraio 2023 - ore 16,00 – 20,00
presso Spazio Matta - Via Gran Sasso, 57 – Pescara
- ore 16.00: Presentazione del corso e del tema didattico, uso delle castagnole garganiche.
- ore 16.30: Lezione tecnica di ballo
- ore 18.30: Conferenza sul tema: “Strani suoni, stridule voci e rude danze sulla Montagna Sacra”. Narrazioni e immagini inedite sulla ricerca etnocoreutica garganica. Dibattito.
- ore 19,15: Lezione tecnica di ballo
- ore 20,00: Chiusura dei lavori
Così abbiamo voluto quest'anno iniziare un percorso di conoscenza dei repertori di ballo tradizionale di aree che si affacciano sul versante italiano del Mare Adriatico, scegliendo le tarantelle del Gargano, i balli di una precisa comunità del medio Abruzzo (Loreto Aprutino) e il saltarello di una valle delle Marche centrali (Val di Chienti).
I balli tradizionali dell'Umbria - I balli tradizionali dell'Umbria - Laboratorio didattico con Pino Gala
h. 15 – 19 presso L'Officina, via San Lorenzo 22
Per ciò che concerne la distribuzione delle danze del mondo agro-pastorale, siamo riusciti fra il 1987 e il 1993 a documentare ciò che restava delle pratiche e delle memorie etnocoreutiche ed etnomusicali di questa regione. Molti balli erano già caduti in disuso; nei successivi 30 anni il patrimonio è andato ulteriormente riducendosi.
Tale impoverimento culturale del patrimonio intangibile è grave e deve preoccupare gli amministratori politici, le università e tutte le istituzioni culturali della regione, oltre che le comunità un tempo detentrici di tali ricchezze.
Manfrina e scotis dell'area del Trasimeno
LA SALTARELLA DI AMATRICE - Bergamo (progetto Sussulti di danza)
- h. 15,30: Lezione di ballo
- h. 17,30: Lezione teorica e video originali inediti
- h. 18,15: Lezione di ballo
- h. 19,30: Ripasso
- h. 20,00: Cena collettiva
- h. 21,30: intrattenimento musicale
prof. Pino Gala, antropologo della danza (curriculum: http://www.taranta.it/.../149-giuseppe-pino-michele-gala...)
dr. Tiziana Miniati, ricercatrice, (curriculum: http://www.taranta.it/.../curricula/160-tiziana-miniati.html)
Lo sconvolgimento socio-economico e culturale che ne è derivato ha prodotto una dispersione di molti suoi abitanti, la fine di una vita sociale di paese, il blocco di tante sue attività e il cadenzare solito della quotidianità feriale e festiva. Anche le sue tradizioni, conservate gelosamente, hanno risentito della lacerazione di un tessuto civile. Amatrice era uno scrigno di preziose testimonianze canore, etnomusicali ed etnocoreutiche: canti a braccio, ciaramella, tamburrella, organetto e saltarella erano i suoi gioielli migliori. Oggi si cerca di tutelare questo importante patrimonio.
La ballarella in Abruzzo - Spoltore (PE)
Sede della Società Operaia, Piazza G. D'Albenzio, 1
La famiglia etnocoreutica delle ballarelle è ancora da studiare nella sua distribuzione geografica e nell'analisi delle varianti strutturali e stilistiche. Infatti può essere considerata un sottogruppo morfologico dell'ampia famiglia del/lla saltarello/a ma è prevalentemente collocata a cuscinetto fra il territorio della tarantella e quello del saltarello, ossia l'area del Matese e delle Mainarde fra Campania e Molise, il Lazio meridionale e – staccata da questa area – alcuni paesi abruzzesi collocati fra Majella e valle del Pescara.
Nel panorama delle danze abruzzesi l’osservazione analitica esempi di ballarella da me scoperti vuol far comprendere agli appassionati di musica e ballo popolare la grande varietà e l’abbondanza di varianti della tradizione etnocoreutica abruzzese e di metterli in guardia sulla tendenza degli ambienti cosiddetti “folk” che tendono a ridurre a modelli unici i balli regionali, attraverso un processo di semplificazione, globalizzazione e consumismo dei patrimoni locali» [Pino Gala].
h. 16,00: Lezione tecnica sulle ballarelle della Majella
h. 18,00: Lezione teorica con documenti video inediti
h. 18,45: Lezione tecnica
h. 20,00: Aperitivo in musica
Tammurriata dell'area domiziana - Milano
presso C.I.Q. (Centro Internazionale di Quartiere) – Via Fabio Massimo 19
Negli ambienti folk si è diffusa erroneamente la denominazione "tammurriata giuglianese", in realtà sono tanti i paesi in cui è diffuso questo modello di "ballë 'n'copp'o tammurrë".
Vi aspettiamo.
h. 10,30: Laboratorio pratico di tammurriata
h. 12,30: pausa pranzo
h. 13,15: Lezione teorica: Le tipologie tradizionali del ballo sul tamburo in Campania e sue recenti trasformazioni. Rapporti con gli altri modelli di tarantella (a cura di Pino Gala). Visione di video inediti.
h. 14,00: Laboratorio pratico di tammurriata
h. 15,00: Chiusura dei lavori e saluti
Laboratorio di ballo sul tamburo - Bergamo
O ballë ‘n coppë o tammurrë
presso "La tana dei Gioppini", Via Celadina, n. 5 - 24020 GORLE (BG)
La visione di documentari inediti e rari di ricerca (a partire dal 1981) permetterà una conoscenza contestuale e socio-culturale del ballo, ripreso durante le varie feste mariane primaverili ed estive o in incontri di vicinato.
Il contesto sacrale e rituale ha contribuito a conservare la pratica del ballo, come componente essenziale della festa religiosa.
Tale sottogruppo si articola a sua volta in almeno 5 modelli areali diversi, complessi e difficili soprattutto nell’assimilazione dello stile contadino. Negli ultimi 20 anni è stata reinventata una “tammurriata urbana”, stilizzata e resa artificiosa e distante da un linguaggio rurale originario.
Laboratorio Danza Popolare - Firenze 2022-23
TARANTA - Ass. Cult. Tradizioni Popolari (affiliata alla UISP Lega Danza - Settore Danze Etniche)
presenta il PROGRAMMA del corso 2022-2023 - 46° anno!
Che si terrà ogni martedì sera h. 20,30 - 22,30: dal 4 ottobre 2022 al 30 maggio 2023
presso la palestra della Scuola Media Machiavelli, P.za de Nerli, 2 - S. Frediano.
(Fermate Bus 6, 11, 12, D, 17, 36, 3 o da stazione SMN 10 min. a piedi).
Stiamo pian piano uscendo fuori dalla pandemia covid così anche la danza tradizionale può tornare ad essere strumento solo benefico: di socializzazione, divertimento, attività motoria, scarico di tensioni, conoscenza delle culture popolari, linguaggio simbolico, etica ed estetica della tradizione, ecc.
Continua la lunga vita del Laboratorio di Danza Popolare di Firenze, il primo e più longevo corso d’Italia (46°
anno!).
A Firenze negli ultimi anni si sono moltiplicati i corsi di danza popolare: chi ama la tradizione deve sapere che
siamo gli unici ad avere alle spalle i lunghi decenni di ricerca etnografica e studi e pubblicazioni specifiche di
antropologia della danza ed una lunga esperienza tecnica di insegnamento.
In palestra si terranno sia le lezioni tecniche che le lezioni teoriche con visione di filmati inediti. Le danze
saranno presentate nella loro forma originale. I docenti sono studiosi del settore, di fama nazionale; essi
presenteranno i balli senza invenzioni e senza protagonismi personali, con analisi dei movimenti specifici e dei
vari stili.
- Prima novità: Pino e Sabina Gala, Tamara Biagi, Tiziana Miniati, saranno coadiuvati quest’anno da giovani
insegnanti, in modo da permettere un ricambio generazionale nella conduzione del laboratorio.
- Seconda novità: formeremo un gruppo di danzatrici/danzatori per anima-zione e spettacoli di danza popolare,
con supporto di apposito gruppo musicale.
- Terza novità: organizzeremo delle escursioni etnografiche in feste tradizionali per conoscere dal vivo i contesti da cui scaturiscono i balli.
PROGRAMMA
I sezione
ANTOLOGIA DI CONTRADDANZE IN ITALIA
Tra i balli tradizionali collettivi ci sono quelli che prevedono una disposizio-ne spaziale a coppie o schiere contrapposte, che eseguono durante il ballo varie figurazioni codificate o variate secondo i comandi impartiti. Abbiamo scelto i seguenti balli: marina versiliese (Toscana), ballindodici linea di Garibaldi (Umbria), russiano (Romagna), bureo vieio, (Piemonte) giga a quattro, oibò, mascherina (Lombardia)
II sezione
BALLI PUGLIESI E SARDI
Pizzica pizzica di Valle d’Itria e Tarantella di S. Giovanni Rotondo. Ballu sila-nesu, tres passos, ballu tzoppu, cointrotza.
III sezione
BALLO LISCIO E FIGURATO
Vi sono tanti balli di origine ottocentesca che prevedono forme legate di balli da sala. Molti di questi sono anche «figurati» e comandati. Particolare attenzione verrà data alle tante varianti di scotis (schottish) presenti ovunque.
Laboratorio di PIZZICA PIZZICA tradizionale - Bergamo
presso "La tana dei Gioppini", Via Celadina, n. 5 - 24020 GORLE (BG)
Diverso è il taglio tematico e metodologico. Infatti abbandoniamo il metodo antologico e areale e adottiamo quello specialistico e di approfondimento. Dallo sguardo e dall'insegnamento panoramico passiamo all'immersione nel modello e nello stile coreutico locale. Quindi non affronteremo più in ciascun laboratorio un gruppo di balli semplici e di gruppo, ma studieremo solo una danza complessa per volta, prevalentemente di coppia.
Resta identico però il metodo d'approccio: insegneremo le forme originali e in modo filologico, così come l'abbiamo appreso decenni or sono, prima della scomparsa di alcune danze o della trasformazione spettacolare. Vi sarà sempre in ciascun laboratorio una sezione teorica nella quale parleremo di notizie storiche e antropologiche e vedremo i video originali dei balli insegnati, a prova della competenza e dell'adesione alle forme autentiche da parte dei docenti.
Inoltre vogliamo far conoscere una parte dell'immenso patrimonio etnocoreutico dell'Italia, senza il bisogno di ricorrere a mode folk di balli stranieri, spesso non controllati nelle loro forme originarie.
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