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Per una storia della Tarantella

Le prime fonti che parlano di tarantella risalgono - secondo le conoscenze attuali - agli inizi del XVII sec. e sono fonti musicali legate alla cura del morso della tarantola. Nel 1621 Epifanio Ferdinando la cita come la danza preferita dagli attarantati, che avevano a disposizione anche altre danze per curarsi come passo rosso, panno verde, moresca e spallata. La tarantella è confermata alcuni anni dopo dal gesuita Athanasius Kirker. Ben più antiche sono le prime trattazioni mediche sul fenomeno epidemico e terapeurico e citano altre danze per la cura del veleno del ragno sin dal XIV sec.. Al tarantismo pugliese resta legata la tarantella fino alla fine del XVIII sec., quando diventa anche ballo ludico e festivo ormai diffuso a Napoli e il altre regioni del Regno di Napoli.


«... Non v'è più alcun dubbio che il termine "tarantella" sia il semplice diminutivo con suffisso in -ella (molto diffuso nel sud) di "taranta", lemma che in quasi tutti i dialetti meridionali indica la "tarantola" (lat. lycosa tarentula). Il nome del ballo dunque conduce direttamente al rituale di terapia coreo-musicale del tarantismo. La tarantella è sin nell'etimo un ballo all'origine di carattere sintomatologico o terapeutico. ed estatico. La disquisizione poi sull'origine toponimica del nome latino tarentula dato al particolare tipo di ragno poiché ritenuto frequente soprattutto nel territorio apulo intorno l'importante città della Magna Grecia jonica, Tarentum - Taranto, corrispondente oggi alla Puglia centro-meridionale, è difficile da confermare sul piano statistico nell'antichità, la stretta vicinanza degli etimi fra Tarentum e tarentula sembra confermarlo. Il "tarantolismo" o "tarantismo", come fenomeno mitico e magico-rituale di cura o di venerazione del morso ("pizzico") di un animale, trova forti analogie anche in altre aree del Mediterraneo.
[...] Ma per risalire a chiare citazioni del ballo riconosciuto col nome di tarantella [e riconducibile a forme simili alle attuali ] bisogna spostarsi più avanti nel XVIII sec.
[...]
Per una serie di concause nessun'altra espressione culturale può essere assunta quale migliore e più profondo emblema del sud intero...».
[Tratto da Gala G. M., La tarantella dei pastori, Firenze, Ed. Taranta, 1999].

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